COME FUNZIONA (in progress)

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    Diverso dal punto di vista finito/indefinito?
     
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    Poi, per a new nothing, probabilmente è come dici te. I dialoghi procedono finchè i due non li ritengano conclusi

    Non mi riferivo alla questione finito/infinito. Dicevo che secondo me, non è un dialogo

    So che mi spiego male:)
     
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    CITAZIONE (Miri Riva @ 26/3/2018, 13:17) 
    Poi, per a new nothing, probabilmente è come dici te. I dialoghi procedono finchè i due non li ritengano conclusi

    Non mi riferivo alla questione finito/infinito. Dicevo che secondo me, non è un dialogo

    So che mi spiego male:)

    sì sì, ma che quello lì non sia un dialogo l'avevo appunto premesso, era solo un esempio di associazione senza un centro e quindi virtualmente interminabile, per farmi capire.

    perché quando associ una foto a un'altra, al di là che tu lo faccia da solo o a turno con un altro, puoi credo farlo con approcci diversi.
    il fatto che sia un dialogo con un altro o una semplice associazione fatta in modo solitario non mi pare rilevante da questo punto di vista, si può in entrambi i casi pensare ad associare foto in modo da "raccontare" qualcosa o solo per tenerle meglio assieme e far scorrere lo sguardo.

    quello che mi chiedo è: per ritenerlo concluso devo avere un criterio, oppure finisce a caso? Tipo: "ok basta siamo stanchi ci fermiamo qui".

    vorrei capire insomma se con un dialogo si può provare a "mostrare qualcosa" (e quando l'abbiamo mostrato allora smettiamo) oppure sono solo accostamenti a caso, e si potrebbe andare avanti all'infinito a meno che non siamo stanchi e lo chiudiamo in un punto qualsiasi (come un frammento che mostra i suoi bordi casuali di frammento).

    (è anche possibile che il "tema" sia a un altro livello. ad esempio, sushisyrup sembra un puro accostamento ludico di forme e concetti senza un particolare senso, ma considerando che sono foto pescate nel caos della rete forse il "significato", il principio d'ordine, non è "dentro" la sequenza, ma nel suo concetto)
     
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    Non so cosa capiterà la prossima volta, ma nel dialogo con Emma ho avuto la sensazione che il dialogo si stesse concludendo quando sono arrivate le ultime foto (definite così a posteriori). Da una situazione di apertura si stavano chiudendo dei cerchi. Ho pensato di assecondare quel flusso che si rendeva più lento finché la foto di Emma che tira il lenzuolo sui cui sono stese delle fotografie ha reso la fine della sequenza lampante.
     
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    probabilmente i dialoghi prima o poi finiscono, per motivi diversi. Sarebbe meglio non arrivarci per sfinimento, ma concludere prima, quando si percepisce che il dialogo si sta esaurendo, come per Stefania e Emma.
    Se sia possibile con un dialogo provare a "mostrare qualcosa" e, quando lo si ha mostrato, considerarlo concluso, non lo so. Probabilmente si. Ma anche se fosse lunghissimo o indefinito (in teoria) e non mostrasse nulla, non lo vedrei comunque come una serie di accostamenti a caso.



     
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    CITAZIONE (Miri Riva @ 26/3/2018, 15:33) 
    Ma anche se fosse lunghissimo o indefinito (in teoria) e non mostrasse nulla, non lo vedrei comunque come una serie di accostamenti a caso.

    la mia domanda è proprio: e come lo vedresti?
    :-)

    ovviamente non è davvero "a caso" perché ogni foto è legata alla precedente da un accostamento che può essere di tanti tipi ma è comunque sempre motivato.
    ma se "non mostra nulla" di preciso e nello stesso tempo "non è a caso", com'è? cos'è? cosa vi accade?

    (troppe domande? potete anche mandarmi a cagare eh :-) )
     
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    ma figurati è interessante invece. La mia visione è questa: si comunica per immagini tra due persone, come si farebbe con le parole, ma con le immagini. Quindi ci si deve adattare a comunicare in modo "diverso", più diretto secondo me. C'entra nulla con l'associazione di immagini simili, secondo me, tipo quello che fa sushisyrup
     
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    CITAZIONE (Miri Riva @ 26/3/2018, 15:47) 
    ma figurati è interessante invece. La mia visione è questa: si comunica per immagini tra due persone, come si farebbe con le parole, ma con le immagini. Quindi ci si deve adattare a comunicare in modo "diverso", più diretto secondo me. C'entra nulla con l'associazione di immagini simili, secondo me, tipo quello che fa sushisyrup

    ok, questo mi piace molto.

    noto però che, nei nostri dialoghi, l'associazione di immagini simili è invece piuttosto presente. o mi sbaglio?
     
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    eh si per forza, non credo ci sia un altro modo per dialogare per immagini. Associ la tua immagine a quella dell'altro per similitudine, forma, colore, ecc. ecc.
    Cerchi di "leggere" la sua immagine e comunicargli qualcosa tu di conseguenza
     
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    Però dipende.
    Io le associazioni di immagini simili le eviterei del tutto se sono una semplice replica di contenuto e forma (Non so: piccione morto seguito da lucertola morta, o prospettiva urbana seguita da prospettiva urbana) mentre funzionano se la somiglianza (formale o di contenuto, non le due cose assieme) sposta il discorso su un altro piano (esempi visti qui: prospettiva urbana seguita da un libro aperto in prospettiva, o un pezzo di corda per terra seguito dal profilo di un monte identico alla forma della corda, o la forma di una strada seguita da una gamba sul prato con forma simile).
    Ma anche accostamenti in cui non vi è alcuna somiglianza visiva ma solo una relazione concettuale o metaforica, purché comprensibile, mi sembra funzionino. E in questo caso può funzionare anche l'opposto della somiglianza cioè il contrasto.
     
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    Si l’ho notato anch’io questo, infatti ad un certo punto ho cercato di evitarli gli accostamenti di immagini simili. Non so peró se sia possibile evitarli del tutto, dipende da quello che hai a disposizione da accostare alla foto dell’altro, che non puó facilitarti, non è come mettersi da soli a fare una sequenza
     
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    sì anche io incontro spesso il problema di non avere la foto adatta :)
    anche perché ho poca memoria e non ho una grande varietà di temi in archivio

    accostamenti di immagini troppo simili, sia per forma che per situazione, sono un po' come ripetere la frase dell'altro.
    essendo un dialogo, può essere inteso come una conferma di cortesia ("fa caldo"; "eh sì fa caldo") o un modo per rilanciare la palla nel campo dell'altro ("cos'è la verità?"; "stai chiedendo a me cos'è la verità?") di fatto restituendo a lui la responsabilità di continuare.

    essendo un momento di stanca del dialogo, forse invece che rispondere a tutti i costi si potrebbe in questi casi pazientare e cercare soluzioni diverse: immagini interlocutorie o ambigue, che non rispondono del tutto ma divagano; oppure usare il contrasto e l'opposto invece che il simile, o andare di metafora o per accostamenti concettuali senza che vi sia somiglianza visiva. ho provato ad esempio, dopo un piccione morto, a mettere un prato di fiorellini visto da molto vicino, dove l'accostamento era cadavere-concime-terra-fiori, cioè in definitiva morte-vita.

    non so se funziona ma in questo modo c'è il vantaggio di poter tenere meglio un "filo" lungo tutto il dialogo - ad esempio in quello con paolo sto cercando di tenere tra me e me, con qualche divagazione, il tema "memoria/famiglia/ricordo", in quello con luciano il tema "astratto/concreto" che poi però si è un po' mutato in "vita/morte".
    questa modalità "tematica" mi piace di più rispetto all'andare a zonzo legandomi semplicemente all'ultima immagine: non che sia sbagliata eh, assolutamente, semplicemente sento quest'altra modalità più adatta al mio modo di ragionare. o forse di dialogare.

    Edited by bigeorg - 28/3/2018, 09:34
     
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    Ok, peró Giorgio, dici appunto “tra me e me”. Cerchi di tare tu un tema/direzione, ma l’altro? Per esempio nel dialogo tra te e Paolo,la tua foto dei due bambini, per te è un ricordo, per me è la foto di due bambini. Paolo non ti ha risposto con una sua foto di famiglia, ma con un richiamo al cerchio della cornice
     
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    sì, capisco, c'è il rischio che invece che un dialogo si formino due monologhi.

    nel caso specifico però, se mi avesse risposto con una foto di famiglia sarebbe stato un doppione, una ripetizione. non è quello che intendevo (anche se le foto di foto di famiglia poi sono ritornate in quel dialogo)

    è qui che forse c'entra il fatto che un dialogo per immagini non è come un dialogo a parole, è per forza di cose più ambiguo. ma forse ambiguo non vuol dire senza intenzione, ma semplicemente aperto a molte letture.

    ammettiamo che io metta una prima immagine avendo in testa a grandissime linee un tema (che è in qualche modo contenuto in quella foto, altrimenti ne avrei messa un'altra). (oppure il tema non ce l'ho ancora chiaro, ma la metto perché "la sento" in qualche modo e magari solo dopo mi si chiarirà cosa voglio dire).
    l'altro non sa bene cosa sto esplorando (le immagini non sono univoche, contengono molti piani e sensi), tuttavia leggendo la mia immagine (e poi io la sua) può provare non tanto a rispondere al mio tema (che non sa, che magari può intuire, ma non è detto) ma proprio alla mia immagine iniziando però anche a trattare un suo tema che gli è stato suggerito dalla lettura della mia immagine, quindi che non è gratuito ma è in qualche modo motivato.

    e così via, in questo modo le immagini si legheranno tra loro e i nostri temi si intrecceranno e si richiameranno, venendo in parte allo scoperto e in parte anche trasformandosi nel corso del dialogo, in qualche modo risuonando continuamente uno nell'altro.

    se al contrario io non ho alcun tema e nemmeno l'altro ce l'ha, e rispondiamo solo a forma con forma, contenuto con contenuto e così via, come può essere considerato un dialogo? se non c'è "qualcuno", se non ci sono due intenzioni ma solo due risponditori che analizzano l'archivio e trovano una corrispondenza qualsiasi purché funzioni visivamente, che differenza c'è tra questo dialogo e un algoritmo? google images funziona esattamente così quando gli proponi una foto e ti trova tutte quelle simili.

    il che può essere molto interessante, intendiamoci, ma nemmeno questo lo chiamerei dialogo. è un dialogo, credo, se, ascolto te, ma ho anche qualcosa da dire di mio.

    se nel primo caso si rischiava di cadere in due monologhi, qui non si rischia di cadere in un automatismo senza coscienza?

    probabilmente è la vecchia diatriba tra autorialità e automatismo, tra scelta e inconscio teconologico...
    un tema che è dibattuto persino nelle neuroscienze :-)
     
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    Mi è venuta in mente la differenza tra la modalità di risposta e di scrittura tra il forum e la chat. Qui la differenza è data dal tempo che ti dai per rispondere, ma non solo. Prima, Giorgio, facevi riferimento al fatto di cercare con più calma una immagine di risposta. È la scelta di una strada più pensata, meno istintiva
     
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94 replies since 7/3/2018, 11:04   4324 views
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