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Che ne pensate di questa idea?
Realizzare una sorta di dialogo corale, di tutto il gruppo (o comunque di chi vuole partecipare). La finalità, però, non è quella di portare avanti un dialogo tra due o più interlocutori, ma di dare vita a un progetto collettivo vero e proprio. Con modalità, tuttavia, molto diverse da quelle solite.
Innanzitutto si parte da un tema ben preciso. Lo stabilisce a turno uno dei partecipanti.
Le foto, però, non vanno postate rispettando un turno preciso. Io propongo queste regole:
- non si può rispondere all'ultima foto postata prima delle 12 (o 24?) ore, per dare a tutti modo di vederla
- ognuno può rispondere, senza limite di rispetto di turni
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sarebbe come una call interna a tema.
Introdurrei altri punti:
- tempo: la durata del tema, tipo un mese ?
- le foto: devono essere d'archivio del partecipante oppure fatte ex novo, oppure anche prelevate ? Propenderei per la pima scelta per mantenere più circoscritto tra i soggetti il dialogo: scatto (scattavo)+ selezione invece che selezione_prelievo.
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Non ho capito bene: se non è un dialogo tra più interlocutori vuol dire che la foto che invio deve rispondere solo al tema generale, non alla/e precedente/i?
Oppure sì?
Non mi è chiaro in che modo questo diventa un progetto. Mi pare più una gallery tematica.
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Ho usato il termine"progetto" forse un po' a sproposito. Ma non sarebbe proprio una semplice gallery tematica, perché oltre al tema, il partecipante deve tenere conto del tutto, delle foto già inserite, della direzione che ha preso, di quella possibile da dargli. Sarebbe una sorta di esercizio collettivo di editing.
E comunque un esperimento.
Call interna collettiva a tema sarebbe un'ottima definizione! 
Edited by samirama70 - 7/8/2018, 10:16
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Il tema circoscrive il dialogo.
Le foto a tema dialogano fra di loro: nel senso che si dialoga con le foto precedenti.
(!?) puo essere ?
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Mentre il dialogo è un discorso personale per immagini che si scambiano due interlocutori (il fine è quel discorso, cioè lo scambio possibile di messaggi), in questo caso invece si tratterebbe di una specie di progetto, con una sua coerenza, una sua forma, un suo tema, un suo stile (sebbene compositi, frutto della cooperazione di più soggetti), rivolto a un pubblico esterno, che lo fruirà ognuno a proprio modo.
Certamente l'editing differisce da quello solito, in cui si hanno tutte le immagini a disposizione e si lavora su di esse, tramite selezione, accostamento, ecc.
Nel caso qui proposto, invece, l'editing opera al buio, senza che nessuno abbia la totalità delle immagini a disposizione, né la facoltà di selezionarle o di cambiargli di posto.
Gli spazi di manovra sono molto più ristretti, ma si tratta di sperimentare se la progressiva "accumulazione ed esposizione in tempo reale" (passatemi la presa in prestito di questi termini vaccariani) da parte di più soggetti possa avere un senso.
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mi sembra di indossare un maglione per andare in piscina.
c'e' un tema, ok. tizio carica una foto, ok.
caio, che arriva per secondo, ne carica una in base al tema e in base alla foto precedente secondo una sua interpretazione del tema stesso e dell'interazione con l'immagine precedente.
poi arriva sempronio, medaglia di bronzo, che ha un tema e due foto su cui elaborare la propria risposta.
poi arrivano mimi' e coco' in contemporanea, e hanno quindi un tema e tre foto su cui elucubrare.
e cosi' via fino a quanti ne siamo.
non colgo l'aspetto progettuale e nemmeno la coerenza. La forma potrebbe esserci, ovvero una sorta di scopone scientifico fotografico. o meglio, una briscola chiamata in cui non sai bene cos'hanno in mano gli altri ma sai che hai uno o piu' compagni dalla tua.
non so. non mi convince molto.
forse e' preferibile, anche se un filo sterile, dare un tema e metter giu' ognuno la propria carta. una micro galleria a tema.
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Miiiii, ma un po' di spirito pionieristico, un po' di amore per l'ignoto e per l'avventura!
Non avrebbero mai inventato la radio, e neanche il lecca lecca,, senza quello spirito.
Magari noi possiamo aprire frontiere sconosciute alla ricerca fotografica! 
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ci sono due vincoli:
- il tema, che tutti dovranno seguire per la sua durata (ad es facciamo che un tema dura un mese)
- le foto precedenti, con cui si sviluppa il dialogo.
come dice Marisa è un esperimento di accumulazione, lo sviluppo di una sorta di inconscio collettivo per immagini che si seguono e si riprendono, un esperimento.
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Meglio un tema un po' astratto e trasversale, forse. Qualche idea?
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Esatto Huncke, un esperimento di accumulazione, dove nessuno ha a disposizione tutto il materiale in partenza, dove non può esserci selezione. Il paragone non è proprio calzante, ma mi vengono in mente le esposizioni in tempo reale di Vaccari, dove le mostre si componevano aggiungendo man mano sulle pareti le foto scattate in tempo reale o inviate per posta. Certo, in quel caso avevano un valore documentario di un evento in particolare. Nel nostro caso no, però costringe i partecipanti a essere contemporaneamente autori e fruitori, produttori e interpreti. E dà all'operazione un tocco di performance. Ma anche di lavoro sugli archivi (cioè di decontestualizzazione di immagini preesistenti)
Sono d'accordo George, tema astratto per cominciare. Tipo, che ne so? "Direzioni" o "Traiettorie" (giusto come esempio, eh?)
Edited by samirama70 - 7/8/2018, 12:59
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e appunto sul discorso dei temi...
facciamo (ad es.) che è un progetto composto da 5 temi.
Questi temi dovrebbero dialogare tra loro, cioè avere una certa coerenza: per cui dovrebbero essere scelti e programmati in anticipo per definire il perimetro a livelo macro di azione.
Oppure essere completamente distanti l'uno dall'altro per creare l'effetto associativo a sorpresa.
Ho provato come esercizio associativo ad indicare cinque parole cinque temi (in modalità brainstorming) linea orizzontale per capire l'effetto che fanno nella matrice se letta in verticale
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io scelgo la diagonale pere,droga,quadrati,tu,barconi.
Marisa, ho capito cosa intendi. Si puo' provare e vediamo cosa esce.
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12 replies since 6/8/2018, 16:04 183 views
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