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Mappa concettuale: Igloo
Punti e spunti: Decameron, kintsugi, organismi unicellulari, rinascita, viaggio, ignoto, solitudine, separazione, isolamento, necessita’, resilienza, abbandono, morte, ciclo degli elementi chimici.
Forma: Cartone animato o fumetto.
Visione sequenziale/circolare:
Luce bianca diffusa che passa da abbagliante a tenue.
Isola a forma di cupola (isupola) in mezzo a distesa di acqua, acqua calma.
Casa semplice e bizzarra (casarra) sulla sommita’ dell’isupola.
Pareti inclinate e tetto a balze. Una porta e una finestra sullo stesso lato.
Ci si avvicina e la casarra mantiene le pareti oblique ma il tetto diventa a cupola. Sul tetto compare un camino impossibile (camibile)
La porta si apre infilandosi nel terreno. Ma il viaggio prosegue salendo verso il tetto ed entrando dal camibile.
Non si scende, si sale come percorrendo al contrario uno scivolo d’acqua a tubo, tortuoso tra luce e oscurita’.
Durante la scivolosa e impetuosa risalita si affiancano uomini in forma di spermatozoi (speromini) che si abbracciano e fondono in speromini piu’ piccoli e luminosi cosi’ da rischiarare i tratti nell’oscurita’.
Gli speromini luminosi entrano nella mia testa passando dagli occhi poco prima che io esca dal camibile all’interno della casarra.
Sul pavimento c’e’ una enorme ciotola (enotola) rovesciata. Bianca come tutto l’interno della casarra.
Sulla parete tre quadri, due rettangolari e uno tondo a destra, incorniciano l’immagine di una sfera i primi due e un cubo il terzo.
Diventa buio, la stanza e’ ora in un nero abissale. Una fioca luce si diffonde dall’enotola. Sempre piu’ intensa.
Alzo un pugno e colpisco l’enotola piu’ volte. Ad ogni colpo si restringe fino alle dimensioni di una palla da tennis.
La colpisco ancora una volta e la frantumo. Frammenti e schegge tutt’intorno. La sua luce svanisce. Buio totale.
Ora dai miei occhi esce un raggio luminoso che rischiara il pavimento coperto di pezzi di enotola.
Li raccolgo uno ad uno, li divido per dimensione in vari mucchietti. Inizio a ricomporre.
La luce dai miei occhi si concentra sui frammenti che voglio unire e agisce come un raggio incollante (raggiante) che salda istantaneamente i pezzi. Vedo mani che tengono uniti i due lembi. Sento caldo.
Continuo a ricomporre per un’eternita’ e il risultato finale e’ l’enotola originale. Ci entro con un salto.
Il bordo dell’enotola e’ piu’ alto di me. Molto piu’ alto. Continua a diventare piu’ alto.
Osservo le cicatrici sigillate col raggiante che hanno ora uno spessore grande come la mia mano e di colore nero.
Tutto l’interno dell’enotola e’ coperto da scritte. E’ un testo. Lo leggo ruotando su me stesso e leggendo dall’alto verso il basso.
Mentre ruoto e leggo (ruoteggo) le parole impresse sulla superficie dell’enotola, queste diventano bassorilievi. Poi altorilievi. Poi escono dalla superficie e mi colpiscono.
Ogni parola che leggo diventa un colpo al mio corpo. Continuo a ruoteggere.
Non capisco il senso del testo ma so che devo finirlo. Parole e colpi continuano.
Sono ormai alla fine del testo, scritto sul fondo dell’enotola. Ruoteggo le ultime parole alzando i piedi.
Poi continuo perche’ il testo prosegue sul mio corpo. Gambe, torso, braccia. Leggo su di me.
Guardo verso l’alto, l’enotola si sta chiudendo e tutte le parole che ho ruoletto sono propaggini di una pianta carnivora. Buio.
Dall’esterno ora la ciotola e’ una sfera enorme (enosfera) sulla cui superficie si diramano le cicatrici nere.
Lo sguardo retrocede e la sfera e’ nel quadro rettangolare al centro della parete.
Retrocede ancora. C’e’ il camibile sul tetto della casarra sull’isupola.
L’acqua intorno si estende indefinitamente e appena sotto la superficie nuotano infiniti speromini. E io con loro.
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