Festivaldiecixdieci: CALL INVISIBILE

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    Adattandoci, l’abbiamo assimilata, questa ricollocazione dei pensieri e delle nostre priorità. Una scansione temporale organizzata sulla comunicazione e sull’analisi dei da-ti ha governato passo passo i nostri ritmi; ed era facile, passeggiavamo in tondo. Una rappresentazione cartesiana ad ora fissa ha consegnato al nostro sguardo un’evidenza, una visibile risposta. Ma nella sovrabbondanza di notizie e di nozioni, nella massa dei parametri e degli indici, nell’immediatamente misurabile si è persa una poetica, gioiosa imprecisione.
    In un racconto sul mistero – misterioso fin dal titolo, ‘Le Horla’ – Maupassant fa dialo-gare il proprietario di una casa sulla Senna, tormentato dagli eventi incomprensibili che presso la magione gli succedono, e un monaco. L’incontro avviene all’alba, nel «gioiello di granito» di Mont Saint-Michel. E discorrendo di leggende e delle forze non visibili che scuotono comunque i nostri sensi, il religioso «saggiamente o scioccamente» cita il vento: «Vi è possibile vederlo?» – chiede il monaco. «Eppure il vento esiste, fi-schia, geme, il vento sradica e distrugge».
    La ricerca di qualcosa di invisibile, intesa come partecipazione più emotiva e misterio-sa agli episodi della vita, prende forma e consistenza nel miracolo del nostro immagi-nario; lo strumento fotografico vi attinge, in apparenza ne chiarisce anche l’origine, ma quella condizione di mistero e di profonda intimità che di frequente ne pervade la so-stanza, quella resta. È patrimonio di chi sente che non sempre è indispensabile sapere per intero, definire e calcolare: l’invisibile bisogna riconoscerlo secondo un altro ordi-ne. Che è ordine, disordine, memoria e sparizione.

    Giovanni Fantasia

    (www.festivaldiecixdieci.it/)


    - ho estrapolato 15 foto (come richiesto dal bando) dai video di Stefania su youtube



    - pensiamo ad una narrazione corrispondente (testo esplicativo del progetto non superiore a 4000 caratteri), Giorgio era già partito con idee a braccio
    - stampiamo le foto
    - sarebbero interessanti interventi manuali sulle foto di luciano
    - fotografiamo le foto terminate
    - le spediamo entro il 30.06



    L'attitudine visto che da un po non portiamo a compimento un progetto collettivo è quella di realizzare un prodotto finito, senza pretese, divertendoci e giocando con queste call che girano intorno prendendole un poco in giro, con leggerezza.

    Ne parliamo mercoledì :)

    p.s.
    se qualcuno vuole fare una selezione delle foto dei filmati da confrontare integrare è ben accetto.

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    CITAZIONE (huncke @ 7/6/2021, 14:09) 
    - sarebbero interessanti interventi manuali sulle foto di luciano

    serie_0

    quali foto di luciano?


    di quelle selezionate eliminerei una tra 4 e 7 (ripetitive), 13 e 15 (troppo deboli)
    aggiungerei il vestito da sposa con più enfasi
    e almeno un'altra che evidenzi il numero 2 (sull'esempio delle tazzine)

    ah forse intendevi interventi di luciano sulle foto, non sulle foto di luciano...
    boh, secondo me non c'entrano con il mood di queste foto.

    riguardo al testo: ci vorrebbe una cosa pseudo lirica del tipo incomprensibile, stile intimistico, in cui però emergano parole spaiate come "isolamento", "lockdown", "presenza/assenza", "l'altro", identità" o robe simili per alludere al tema senza dirlo in modo troppo esplicito. possiamo anche citare il labirinto, arianna, il minotauro contestualizzato in un appartamento suburbano.
     
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    Pensavo ad interventi manuali sulle foto di luciano con penne o pennelli a sua ispirazione, tanto per includere certi tipi di cliché operativi e non farci mancare nulla.

    di quelle selezionate eliminerei una tra 4 e 7 (ripetitive) > elimino la 7
    13 e 15 (troppo deboli) > trovo delle sostitute (una con il vestito da sposa), anche voi se vi vengono idee
    e almeno un'altra che evidenzi il numero 2 (sull'esempio delle tazzine) > 2


    riguardo al testo: ci vorrebbe una cosa pseudo lirica del tipo incomprensibile, stile intimistico, in cui però emergano parole spaiate come "isolamento", "lockdown", "presenza/assenza", "l'altro", identità" o robe simili per alludere al tema senza dirlo in modo troppo esplicito. possiamo anche citare il labirinto, arianna, il minotauro contestualizzato in un appartamento suburbano.
    Giorgio se riesci gìà a scrivere un testo in linea con il sig. Fantasia
     
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    Mi sembra una buona selezione, qualcosa si intuisce. Concordo con Giorgio sostituirei la 4. Mi sembra che le foto siano già significative così, un ulteriore intervento mi sembrerebbe fuori luogo.
     
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    seguendo i vostri suggerimenti




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    appunti dalla chat (da proseguire) per uno statement "fake" su cui elaborare la selezione delle immagini

    Minotauro

    si tratta di una performance in cui l’artista viene chiusa in un appartamento per 24 ore inscenando il suo rapporto con un compagno inesistente. L’appartamento si trasforma in un labirinto ideale: nella performance, che viene integralmente filmata grazie a un sistema di telecamere attivo in tutti i locali, lei vive con un moderno "minotauro" e cuce per lui vestiti per renderlo umano, e a sua volta si veste da sposa per unirsi a lui.

    La performance si apre a molte domande. Viene inscenato il rapporto uomo-donna, o piuttosto il "maschile" ideologico o archetipico o il suo retroterra animale, oltreumano? E il gesto di cucire vestiti per il minotauro mira a renderlo umano e ricondurlo così a una visione di famiglia borghese (ecco il vestito da sposa) o al contrario è come se l’artista si offrisse in pasto alla bestia?
     
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    seguendo i suggerimenti di Giorgio ho provato a imbastire una storia che seguisse le quindici foto, il titolo non c'è ancora o potrebbe essere "Pasifae e l'invisibile" un po come una fiaba.
    Leggete, cancellate, integrate con frasi e parole



    Asterione è morto e gli abitanti di Cnosso attendono un nuovo re. Invoco sopra ogni altra cosa il mio diritto al trono. (…) Ieri ho annunciato a mia madre ed a i miei fratelli che Nettuno avrebbe fatto emergere dal mare un bellissimo toro, del tutto simile a quello che, tanto tempo fa, rapì mia madre dalla lontana Tiro. Fu Giove, sotto le sembianze di un possente animale, a generare attraverso di lei il primo sovrano di una dinastia che regnerà a lungo e sarà ricordata per sempre”.

    Cosi inizia il mito.
    Queste sono le parole di Minosse al funerale di Asterione. Il defunto re non lascia eredi cosi il figlio di Zeus è proclamato sovrano dell’isola di creta non appena il toro, simbolo delle volontà degli dei emerge dai flutti.
    Minosse ora re, non sacrifica il toro a Nettuno come richiesto e per questo, scoperto l’inganno gli dei lo maledicono.
    Pasifae moglie di Minosse si innamora perdutamente dell’animale e con l’aiuto di Dedalo si unisce generando un essere con il corpo umano e la testa da toro: il Mino (da Minosse) Tauro (toro).
    Per mascherare la vergogna Minosse chiede a dedalo di costruire un immenso recinto pieno di corridoi incrociati dove entrate e uscite si confondono. Alla fine dell’opera, il re posiziona la labrys, la doppia ascia simbolo della sua civiltà, sull’architrave dell’entrata. Da quel giorno, il recinto prende il nome di “labirinto”:palazzo dell’ascia labrys.

    Ora torniamo ai giorni nostri, il minotauro non è stato ancora ucciso dalla spada di Teseo e come nel gioco del se fosse, è successo proprio il contrario. E’ vivo e geme nei pensieri, un’entità invisibile che vuole essere vestita, richiamata-ricamata. E’ un incontro e un desiderio e Pasifae, la moderna sposa lo cerca cucendo abiti per vestirlo, bussando quando sente rumori, attirandolo con artifizi quotidiani quando bollono in pentola o si appoggiano sul tavolo al mattino con l’odore di caffè.
    Di notte poi quando non sogna la città con il traffico delle auto, i pedoni accalcati sui marciapiedi o ai tavolini dei bar, seduta alla scrivania disegna abiti per vestirlo, li impagina sul computer.
    E’ una caccia, lei lo sa.
    Da troppo tempo è rinchiusa in una sorta di labirinto, non è pericolosa, non si nutre di carne umana. Il pericolo è la fuori, il pericolo sono gli altri e stavolta Sartre aveva ragione “les autres, les autres”, “liberatemi dai vostri abbracci, dai vostri respiri infetti”.
    Solo il minotauro la può salvare, un Ubermersch mezzo uomo e metà animale. La testa con le corna d’oro sono il segreto.
    Nel letto sfatto del mattino appena sveglia pensa al velo, all’abito da sposa che ha realizzato.
    Ora l'abito è finito steso sul divano del salone, lei lo indossa salendo e scendendo le scale: il fruscio della coda velata sulla superficie una sirena sonora per chiamare il desiderio invisibile.
    Si aggira per le stanze per stanarlo, cammina a piedi nudi per non far rumore, vede le sue tracce riflesse tra le gocce d’acqua del vetro della doccia. Invisibile.

    Il tempo passa scandito dall’orologio appeso alla parete, ma nel mito il tempo non esiste.
    Quando potrà uscire dal labirinto?
    E la fuori, cosa troverà la fuori?
    Ha paura e guarda stupita, si domanda senza il labirinto dove troverà il minotauro.
    Invisibile. Ecco e se il labirinto fosse solo nella sua mente, a volte pensa.

    Ricorda quando si poteva uscire, i corpi delle persone composti in abiti grigi o colorati erano più invisibili dell’odore del minotauro.
    Poi è arrivato l’isolamento forzato, il labirinto, il cercare e il costruire affannato un nuovo spazio di realtà.

    E’ tardi, non bisogna divagare ha una solo certezza e una sola salvezza: deve cucire gli abiti per la sua libertà perché sa che solo vestendola avrà le forme dei sui desideri.
    Apre piano le porte, sbircia. Ora è in camera da letto mentre indossa il suo abito da sposa, lui è li lei lo sente. Invisibile e potente.

    Il Minotauto è l’Ubermesnch che salverà il mondo cosi ci ha raccontato. Le abbiamo domandato come. Ci ha narrato di strane antiche scritture di come la natura prenderà il sopravvento sul genere lanciando lame invisibili e inodori che invaderanno il pianeta distruggendo solo gli esseri umani in un intervento chirurgico e mirato.
    Noi siamo donne e uomini di questo secolo figlio delle scienza del capitale e della criptovaluta, leggiamo i miti e crediamo alla realtà, nulla di questo potrà mai accadere.
    Lei si fa chiamare Pasifae come la moglie di Minosse.
    Abbiamo cercato di aiutarla. Per lottare contro l’invisibile abbiamo piazzato delle camere a circuito chiuso in ogni stanza, per capire le abitudini del minotauro, per comprenderlo e vestirlo con gli abiti che lei ha cucito.
    Per 24ore le camere accesse hanno sondato allo scandire del tempo gli spazi e i movimenti. Invisibile.
    Con pazienza abbiamo visionato il girato: nessuna traccia, l’assenza ha un’eco profondo.

    Le quindici immagini che abbiamo raccolto sono estrapolate da tanto paziente girato, sono tracce di quello che non è accaduto finora.
    Siamo desolati.
    Ora è a voi Spettatori che chiediamo Aiuto!

    Il mito ci viene in soccorso, narra di un filo connesso a tanti occhi che potrebbe aiutare Pasifae vestire l’invisibile e a uscire dal labirinto, un cavo che connette le persone con le persone, non abbiamo capito bene di cosa si tratta o come si usa perché è invisibile, proprio come un virus.
     
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6 replies since 7/6/2021, 13:09   306 views
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